01 dicembre 2008

E' giusto, “affidare” o “vendere” a medici e a giuristi la nostra anima?

Riprendiamoci la nostra spiritualità, ricominciamo a ragionare, cerchiamo in noi stessi quelle forze che ci consentono di superare anche i momenti più difficili della nostra vita! 
Siamo invitati continuamente a “delegare” tutti i nostri problemi ad “altri”, ai cosidetti “specialisti”,  “esperti”. 
Un problema fiscale-finanziario? Bene, rivolgiti al fiscalista o al commercialista;  
Un problema legale? Bene, ci sono tanti valenti avvocati e magistrati; 
Un problema nei nostri rapporti familiari?  Semplice, c'è il matrimonialista che si farà carico del nostro rapporto coniugale; lo psicologo che si farà carico dei  rapporti fra i coniugi e fra figli e genitori; il sessuologo che ci indicherà come fare, per poter, meglio, dare e provare piacere!
Un problema di salute? Bene, benissimo, fortunatamente ci sono tanti bravi medici specialisti che con la loro scienza, possono in moltissimi casi, curarci e guarirci. 
E poi ci sono i politici delegati da tutti noi a rappresentarci e predisporre in un quadro legislativo una società che risponda a tutte le nostre esigenze e necessità temporali.
Ed ancora: 
- un problema di lavoro? nessuna preoccupazione, affidati a patronati e sindacati

-un anziano in famiglia? qual è il problema; ridenti ospizi, dai nomi allettanti ed esotici, 
sono in loro attesa pronti ad alleggerire i familiari da questo “pesante fardello”;

- un malato, un sofferente, un morente? Non preoccuparti, non farti carico, non pensare, 
ci sono pronti ad intervenire tanti assistenti, volontari, agenzie, pronte a farsene carico, (anche se quasi sempre dietro la corresponsione di lasciti, contributi, donazioni), a sostituirti, ad allontanare da te tutte queste “brutture” che rendono la  “qualità della vita”  non “degna d'essere vissuta” da te, che pesantemente ti "limita" della tua “sacro-santa libertà”.

Per i tuoi problemi spirituali? Tante occasioni, tante guide, tanti maestri, tanti imbonitori.
Ovunque prolificano nuovi movimenti, sette, tutte pronte a proteggerti, a donarti felicità, 
a farti scoprire il “vero gusto” della vità, a proporti le loro “moderne verità”, da abbracciare semplicemente con atti di “fede”, purchè ti lasci coinvolgere in modo “acritico” sotto l'effetto  di nuovi e ricercati moderni “anestetizzanti”. 

Tutti ci propongono nuovi “modelli di vita”, nuovi “valori” a cui far riferimento e per cui vale la pena di vivere (successo, denaro, potere, visibilità sono ai primi posti...) e a questi nuovi e  moderni “profeti” è lasciato l'uso incontrollato dei "mass media" per sottoporci ad una vera “alimentazione forzata” di linee di condotta che tendono sempre più a “massificarci” e a disabituarci a “ragionare” con la "nostra testa".

Ecco che il “politico, dimentica di “rappresentare” le volontà dei cittadini e tende a manifestare e far valere le "proprie";

Ecco che le “guide spirituali” non sempre si limitano a dare direttive ed indicazioni nell'ambito delle proprie fede religiosa, ma spesso tendono ad  intervenire come "guide corporali e secolari" quando fanno valutazioni in ordine a fatti e decisioni di stretta pertinenza parlamentare o governativa, esprimendo proprie opinioni e valutazioni 
su ogni “legge” o per ogni “finanziaria”, sentendosi in dovere di dare il loro parere, 
quasi fossero un altro “governo ombra”.

Ecco che un “enturage ristretto” di “giornalisti ed opinionisti” si sentono d'indirizzare e dirigere l'informazione su temi che interessano molte volte soltanto le loro “curiosità”, ma che distano” “mille miglia” da quelle reali e attese da coloro che desiderano essere informati e non dogmaticizzati, e che vogliono con la "propria testa” esercitare  il loro "potere critico”, valutando fatti ed avvenimenti.

Ecco che i “magistrati” non si limitano ad assicurarci la “stretta applicazione delle leggi” - espressione “democratica” della  volontà popolare-,  ma preventivamente  e pubblicamente, 
le valutano e le criticano, con criteri spesso “personali” o di “correnti”(quando, se si limitassero alla solo “applicazione" della legge," l'amministrazione" della giustizia diverrebbe una scienza esattta, come la matematica, in cui due più due fa sempre quattro, per tutti ed in tutti i tribunali). Ma oggi, essi tendono ad andare oltre, ampliare le proprie sfere di competenza, e oltre a voler dare una “propria” valutazione delle leggi (cosa di stretta pertinenza parlamentare) vogliono anche decidere e valutare, rivaleggiando con la classe medica, quando bisogna o è lecito,  “nascere” e quando bisogna o è lecito “morire”

Ecco, che il “medico” non si limita più a curarci, a cercare di farci vivere in buona salute fisica, secondo "scienza e coscienza” dell'antica tradizione “ippocratica”, (considerata ormai in certi ambienti elitari scientifici,  "vecchia" e non più rispondente ad una classe medica che vuole essere "al passo con i tempi". Una  “moderna”, classe medica che vuole dall'alto del suo “potere scientifico" imporre a tutti, la propria visione di “esperti” o “aggiustatori meccanici” del corpo, indicandoci con “propria”,  se pur ”rispettabilissima” visione, 
"quale vita è degna di essere vissuta”
Per cui, fatta la “diagnosi”, nell'indicare la "terapia", fra le più efficaci, ne viene inserita una, ritenuta rivoluzionaria, moderna e risolutiva, che “taglia la testa al toro”: porre fine alla vita, porre fine all'esistenza, annullarsi, sparire, farsi fuori!!! 
Che grande scoperta!!! Che grande innovazione!!! Che grande conquista della civiltà umana!!!! Quanti problemi, che da millenni affliggono l'umanità verrebbero risolti abbracciando questa tesi e tutto quello che essa sottintende: sei malato, sofferente morente, incurabile, disabile, fuori dagli “standard” accettati ed accettabili da questa società, ebbene “falla finita” e questa classe medica è pronta a dirti: “ti aiutiamo, ti esortiamo, ti agevoliamo in questa impresa, invitandoti a fare “testamento”, a predisporti “moduli”, a fornirti notai ad 1 euro, ad offrirti gratuitamente, magari anche a domicilio "i migliori “specialisti” o “killer” 
di "fine vita"

Son pronti, forse, i tempi per nuove facoltà, nuove specializzazioni che da “prestigiose Sedi Universitarie” o rinomate “Scuole di specializzazione”  sforneranno futuri dottori 
e specialisti in “fine vita”?  
Sicuramente son già in molti, fra i  tanti “luminari”, ad ambire al prestigioso posto di “Direttore”  di tali Scuole, e tanti, ad offrirsi come “esperti” e "specialisti" del settore.

MA ALLORA PERCHE'  GLI HOSPICE  O  ALTRA STRUTTURA DI CURA? 
Basterebbe una rete in tutto il territorio nazionale, di strutture quali la “Dignitas” svizzera, (struttura dove è possibile liberamente e con assistenza medica decidere di “farla finita” di andare a “morire”) e tutti i problemi  come d'incanto, verrebbero risolti.  
Basterebbe adeguarli anche ad altre necessità, basterebbe che accogliessero anche tutti coloro che per qualsiasi motivo sono delusi della propria esistenza.  
Ecco ciò, che fra poco tempo potremmo sentire o vedere negli spot pubblicitari: 
" Vuoi non essere, più povero, ammalato, triste, sofferente, schiavo, sfruttato, non amato, non considerato?  
Vuoi smetterla di sentirti, fallito, incapace, buono a nulla, sfigato, senza soldi, senza lavoro, senza affetti?  
Vuoi non più soffrire e provare dolore per una malattia, per un lutto, per un insuccesso nel mondo del lavoro o degli affetti? 
Perché vivere senza soldi, senza successo, da misero, da precario, da vecchio, da sofferente, senza una gamba, da cieco o immobilizzato per anni in un letto, in solitudine, in malinconia, nell'angoscia, sotto le bombe o sotto padroni? 

Potremmo dimezzare le parole del nostro vocabolario e rendere tutto più semplice. 
Basta cancellare, eliminare

Ebbene, per tutto questo, i moderni “profeti” della felicità umana, ci offrono una casa, 
un luogo protetto, che sicuramente verranno indicati con l'accattivante terminologia di “centri d'eccellenza”, (suggerisco il titolo molto popolare preso in prestito dalle tante “Villa serena”, di “ISTITUTO CLINICO MORTE SERENA”, se solo si volesse modificare quello dir poco “sprezzante” e di “cattivo gusto”di “DIGNITAS”) in cui del tutto “legalmente” si potrà dar corso, ad operazioni di alto valore “etico” e “professionale” come
“SUICIDIO ASSISTITO” o “OMICIDIO CONSENSUALE”.

In questi ultimi anni, intorno ai temi della bioetica, dell'eutanasia, del testamento biologico, delle dat. del “car giver”, living will, in generale sui temi legati alla “vita” e alla “morte”, su fronti opposti, si sta sviluppando un vivace ed agguerrito dibattito. 

Ognuno rivendica per sé, paternità  e competenze, autoinvestendosi di temi che non rientrano assolutamente nelle loro specificità.
Vi è una invasione di campo continua e deliberata che porta ad “annullare” e rendere la parola “individuo” o “persona” una pura esercitazione “lessicale”. 

Se tutto questo "delegare ad altri", ci permette in molti casi, di far fronte e d'intervenire con efficacia nella soluzione di tanti problemi (sanitari, giuridici, economici, psicologici, spirituali.ecc.), può però, se non ce ne accorgiamo in tempo, se restiamo "passivi, timorosi, indecisi, poco consapevoli, portarci ad un vero e proprio “annullamento”  della nostra personalità e del nostro essere uomini.

NON PENSARE, NON RAGIONARE, AFFIDATI A NOI

A questi messaggi dobbiamo opporci, rivendicare la nostra appartenenza al “genere umano” che si specifica nella sua essenziale componente di “essere pensante”.

Mancano, o ci vengono volutamente “oscurate”, le voci  necessarie dei “filosofi”,  di coloro che dovrebbero indirizzarci all'esercizio della nostra ragione e del nostro pensare?

E' ORA CHE LA FILOSOFIA riprenda una sua valenza ed una sua presenza forte nell'evoluzione del "pensiero moderno" capace di indirizzare anche l'attuale società,  su “valori etici” condivisi  e condivisibili, che non siano espressione di volontà settoriali o peggio ancora di gestione,  d'interessi personali o corporativi, da parte di piccole minoranze, potenti e ben organizzate.

Nessuno pensi di affidare ad altri la “propria” volontà, nessuno può essere il “fiduciario”  
il “custode” delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti; anche l'amore che è la maggiore espressione di offerta l'un dell'altro, intanto esiste, se c'è rispetto delle singole individualità  
e delle singole emozioni.  

Nessuno può rappresentare l'altro nella espressione della sua interiorità! 
Riprendiamoci il gusto di ragionare con la nostra “testa”, riappropriamoci della nostra “vita”.

Anche se siamo al minimo delle nostre residue capacità di intendere e di volere, rivendichiamo a noi stessi e solo a noi stessi, la facoltà d'esprimere la nostra volontà,  che è frutto della nostra cultura, del nostro personale “vissuto”, delle nostre storie personali, delle nostre emozioni, delle nostre fragilità. 

Fino a quando ne abbiamo la possibilità, non permettiamo a nessuno di decidere su fatti  e avvenimenti della nostra vita!

Diffidiamo di tutti coloro, che senza riflettere che anche il momento della morte fa parte della nostra vita, non avendo il potere di creare dal nulla una “vita” pretendono di intervenire  e avere potere sulla “morte”!!!

Su tutti questi temi e su tanti altri ad essi correlati auspico ed invito tutti ad esprimere la propria opinione, aprendo un “dibattito” che solo sulle pagine di un  “blog” può avere quella libertà di espressione e di giudizio che altrove per molteplici condizionamenti sarebbe impossibile.

Nel suo piccolo, I Farmaci dell'Anima, vuole offrire un modesto contributo invitando tutti
a non “delegare”, a non “affidare” se stessi ad “altri” siano essi familiari o amici intimi,(oltretutto ritengo che,  li si farebbe carico di un onere e di una responsabilità enorme, pari a quella di chiedere loro il “favore” di toglerci la vita.; e, personalmente, non accetterei mai, da parte di nessuno questa "incombenza",  ed io stesso, non darei, - proprio per il grande amore e rispetto che nutro per tutti -, a nessuno, e tanto meno ai miei figli o ai miei più cari amici, questo pesante e disumano onere.
Ma soprattutto, non vendiamo la nostra parte “migliore e più “intima”,  la nostra “anima”
il nostro “pensiero”, la nostra “ragione”, tutto ciò che ci permette di definirci “umani”.

Ma allora cosa fare? Quale la proposta?
Ricercare in se stessi, sin da giovanissimi, quelle “risorse” personalissime e per questo non negoziabili, che ognuno di noi custodisce e sviluppa durante la propria esistenza e da queste esercitarsi e riflettere, confrontandosi ogni giorno con tutte le esperienze che la vita offre a ciascuno di noi, che anche se possono essere le stesse per tutti,  sono diverse e strettamente individuali poiché vissute ciascuna in modo strettamente legato 
alle proprie emozioni e sensibilità.

I Farmaci dell'Anima, non dà nessuna ricetta, nessuna indicazione, vuole soltanto offrire, con la ricerca e predisposizione di semplici “strumenti di riflessione”, a tutti un aiuto, nella massima libertà, di preparasi in tempo utile ad affrontare con una maggiore consapevolezza interiore anche fasi difficili e problematiche della propria esistenza. 

Per questo si farà carico, nelle prossime settimane, attraverso questo blog, il portale http://portal.ifarmacidellanima.it, e il sito http://www.ifarmacidell'anima.it 
di selezionare e porre all'attenzione di tutti: interventi, decisioni, documenti, pareri  su 
questi temi, da parte di esponenti, del mondo medico-scientifico, del mondo politico, 
di quello religioso, dell'associazionismo e del volontariato, del mondo giuridico e del 
mondo giornalistico e dei mass media, cercando anche d'informare su come questi 
temi vengono  sviluppati e quale sia il dibattito in corso, in altri paesi del mondo. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Beh, qualcuno potrebbe anche pensare, sulla falsa riga di questo post:
- Ecco un altro blogger che utilizza internet per dirci di pensare con la propria testa!!

Se dovessimo tutti pensare con la nostra testa il mondo si appiattirebbe, perché non tutti hanno cultura e nozioni tali da poter prendere una decisione in assoluto migliore di un'altra. Ci si può prendere da soli la responsabilità di una decisione, anche in merito alla propria vita, ma non per questo ritenere che sia la soluzione più giusta.
Spesso uno o più pareri altrui, ognuno con competenze diverse, può aiutare a comprendere meglio la situazione, allargando gli orizzonti personali, che troppe volte sono limitati da una formazione generalista e insufficiente.
Aggiungerei anche, in merito al poter decidere della propria sorte, che la libertà di decidere di vivere è sullo stesso piano della libertà di decidere di morire. Poi ci sono istituzioni religiose e laiche che si preoccupano di regolamentare la nostra scelta di vivere oppure no, non tenendo conto del fatto che, ad esempio, la più grande conquista della religione cattolica è stata quella di lasciare alla coscienza intima dell'uomo la decisione se CREDERE o NON CREDERE in Dio,sostenendo che fosse una scelta spirituale e personale, e non si capisce perché oggi non accetta che l'uomo (cattolico o non cattolico) possa fare una scelta biologica, in quanto residenza dell'Anima.
Una contraddizione che non sono ancora riuscito a spiegarmi. In ogni caso ritengo che sia facile parlare dei difetti della religione cattolica, in quanto essere dopotutto relativamente democratica, cosa che invece non si può certamente sostenere con la religione islamica, intransigente e fondamentalista, che non ammette un piano di confronto.
Mi fermo qui perché sto andando "out of topic", ma la colpa è del post troppo lungo al quale non si può commentare senza perdersi. La invito a ripensare la sua concezione di post, con argomenti più sintetici e mirati, favorendo davvero il confronto. Per approfondimenti unilaterali (altrimenti dette monologhi) e "omelie" credo che esistano altri luoghi deputati a questo genere di contenuto...